L’incontro casuale (ma fatale) da Tigotà
Un giorno, passando distrattamente da Tigotà, ecco che lo vedo: uno stand tutto rosa metallizzato che brillava come una sirena dei cartoni. Pupa Milano, edizione limitata Candy Punk.
Non avevo tempo, né soldi, né bisogno. Ma sai com’è: c’era lo sconto, era lì che mi guardava, e ho ceduto. Colpo di fulmine cosmetico.
L’ombretto 3D che promette riflessi da galassia
Il protagonista è lui, il 3D Eyeshadow nella colorazione 001 – Stardust Punk. Metallico, multiriflesso, con glitter come se piovesse. E non esistono altri colori, solo lui.
La scatola dice che è “a basso rischio di allergie” — che va bene, ma leggi sempre l’inci.
Contiene carminio, quindi non è vegano, e stop.
Il packaging: carino, ma poco funzionale
Il pack è tutto rosa metallizzato con scritte verde oliva — un accostamento che grida Cyber Barbie con la passione per l’esercito.
Forma tonda (meh), scomoda da impilare, ma con uno specchietto interno. Peccato che senza cazzillo (l’applicatore in spugna che Pupa ama tanto) per me resta lì a fare da soprammobile.
Il colore? Un fumo glitterato che conquista
La cialda da 2,5g sembra piccola, ma è il contenuto che conta. Alla luce naturale, l’ombretto è un grigio fumo intenso, tempestato di glitter rosa e verdi. Proprio quei micro riflessi sono stati la mia rovina.
Scrive anche senza primer, ma se vuoi farlo brillare come un jukebox anni ’80, ti consiglio una base grip: quella di Fenty Beauty è top.
Oppure se sei vintage come me, la Glitter Glue di Too Faced (RIP, ahimè) era perfetta. In alternativa, il Glitter Primer di NYX fa il suo sporco dovere.
Zero sabbia negli occhi, per fortuna
I glitter sono microscopici e impalpabili, niente effetto carta vetrata. Anzi, sugli occhi te li dimentichi.
Nelle macro foto si vedono meglio i riflessi, ma ti assicuro che anche alla luce del sole fanno la loro porca figura.
Swatcha, ama, compra
Ti consiglio di provarlo in negozio, se lo trovi ancora. Perché già sento i lamenti: “Pensavo fosse più viola…”, “speravo meno glitter…”, “ma luccica troppo…” — eh, ma è Candy Punk, mica Tristezza Opaca.
A me ha ricordato gli ombretti tamarri che usavo a 14 anni, ma con una formula decisamente più moderna e decente.
Applico con le dita e sfumo i bordi con un pennello. Mai provato da bagnato, ma scommetto che spacca anche così.
Conclusioni spicce (e brillanti)
Non ho altro da aggiungere, Vostro Onore. Solo che quest’ombretto mi ha rubato il cuore, e non me ne pento. Se ti piace brillare senza sembrare una pallina di Natale mal riuscita, lui potrebbe essere la tua nuova ossessione.
Buone spese, e occhio agli stand che ti fissano.