Presente quando nell’articolo precedente, quello che tratta di ScalaPay, avevo detto che non ne avrei parlato? Ecco.

Sono tornata a casa il 25 febbraio 2020 e da quel giorno non mi sposto nemmeno per fare la spesa, perché fortunatamente ce la portano a casa. Cioè, portavano, dato che iniziano ad esserci problemi.
La situazione attuale è terrificante un po’ in tutti i sensi possibili e immaginabili, è gestibile, ma anche io ho i miei momenti no. C’è l’ansia di prendersi qualcosa, di attaccarlo alle persone care e/o in difficoltà, di non sapere quando finirà, e via dicendo.
In questi momenti di negatività, a differenza di qualche imbecille che pensa di aver trovato la scusa per fare vacanza a vita, mi dedico ad altro. Con tutto il rispetto parlando, la mia mente non riesce a concepire che in tempo di PANDEMIA ci sia ancora più di qualche persona che protesta perché non può sgranchirsi le gambe. Immagino siano le stesse persone che poi predicano la pace nel mondo e la fame in Africa…
Qui si tratta di vite, non di quella che tutti, a cominciare dal governo che in tanti lodano, hanno definito come “banale influenza”. Per non parlare di chi, poverino, se n’è uscito con la frase infelice secondo cui “tanto ammazza solo i vecchi e/o quelli già malati”. Temo che la ditta per la distribuzione di cervelli fosse in sciopero, in certi frangenti dell’esistenza umana.
Fregarsene del prossimo, soprattutto oggi, significa fregarsene anche di se stessi. Le feste con gli amici, gli aperitivi, le cene, le uscite, il cinema, il caffè al bar, sono tutte cose che si potranno fare serenamente dopo, quando sarà tutto (più o meno) finito. Vale davvero la pena di sacrificare le persone, potenzialmente, per questo? Direi proprio di no. Il virus c’è, ma chi l’ha aiutato a diffondersi deve mettersi una mano sulla coscienza e poi prendersi a schiaffi da solo.
Credo che quanto a commenti pubblici mi fermerò qui, non voglio né arrivare alla lapidazione, né sentirmi dire che faccio la maestrina, né tantomeno aizzare gli animi con messaggi potenzialmente fraintendibili. Chiudo il pippone così: #nonfareilcoglione, #staiacasa.

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Detto ciò, volevo anche far presente che, per chi non fosse ancora a conoscenza, diversi store stanno chiudendo momentaneamente i battenti. Pertanto, alcuni link affiliati potrebbero, in questo momento, non funzionare correttamente. Inoltre, date le decisioni prese da diversi corrieri che, giustamente, desiderano tutelarsi, potreste non riuscire a ordinare dai vostri negozi preferiti almeno fino al 3 aprile 2020. Scelta opinabile, a mio avviso, ma che sotto certi punti di vista è comprensibile.
Cerco di farvi un riassuntone qui sotto, segnalando i siti che frequento abitualmente io.
Ricordatevi che, in ogni caso, dovreste riuscire a stilare le wishlist per scatenarvi più in là. Evitiamo discorsi su come la gente dovrebbe spendere i soldi, per favore, perché non possiamo sapere cosa spinge le persone a determinati acquisti, perfino sotto emergenza. Non siamo nessuno per giudicare.

Per quanto riguarda lo shopping fuori dall’Italia, pare non ci siano grossi problemi.
In molti stanno lanciando promozioni come se piovesse, dato il periodo di crisi generale. Purtroppo, però, temo ci saranno ritardi nelle consegne una volta che i pacchi arriveranno qui. Alcuni esempi:

Anastasia B.H. UKASOS (lo inserisco qui anche se sappiamo che esiste la versione IT), BeautyBay, Cult Beauty, Feelunique (trovate un 20% sulla pagina dedicata agli sconti), Illamasqua, Love Makeup, Nails INC, Orly, Revolution Beauty.
Lime Crime non sta effettuando, per ora, spedizioni in Italia e altri stati UE.
Colourpop lascia lo store online aperto, ma non sa quando riprenderanno le spedizioni.

In Italia la situazione si complica, che novità.
Non so cosa sia accaduto con i corrieri, anche se immagino le problematiche legate ai presidi inesistenti, fatto sta che è un casino.
La tendenza è quella di dire amenità come:

  • Comprate, eccovi millemila promo! Però non esagerate, noi vendiamo cazzate quindi è poco rispettoso e bisogna trattenersi per rispetto di chi è costretto a lavorare.
  • Sconti di qua! Sconti di là! Venite! Però guardate che al checkout vi esplicito che là non consegno.
  • Promo! Regaliamo tutto! Oh, l’indirizzo inserito non va bene. Cambialo. T’ho detto cambialo, io là non te lo porto il pacco.

C’è dell’incoerenza.
Su Facebook sono usciti simpatici casi tipo questo e quest’altro che, francamente, mi hanno fatto prima cadere le palle per terra e poi pensare ai poveri colleghi e alla vergogna che avranno provato. Non è sempre così scontato che quello che gli passa fra le mani sia roba inutile e/o non di prima necessità, come dimostra il secondo link. E soprattutto, non sta a loro giudicare. Non mi dilungo perché è una polemica infinita, come quella di Esselunga che incita a fare la spesa online e poi non ha mai slot liberi (peggio ancora, da ieri non scalano più i giorni, siamo fermi al 10 aprile).

Detto ciò, la cosa che trovo più sbagliata è l’ambiguità. Kiko è l’unico brand che, a mio avviso, ha fatto la scelta più logica: chiudere tutto, online e offline. Avrebbe potuto vendere online e continuare a ricavarne qualche soldo (anche se immagino che a casa Percassi stiano bene, eh), ma non ha senso. Meglio ricevere lamentele dai clienti tutti i giorni e perdere la fidelizzazione, o chiudere tutto e trattare tutti allo stesso modo non appena sarà possibile? Io voto la seconda opzione.
Che senso ha fare come Pinalli, ad esempio, che lancia un 25% non valido per tutti? E noi? Siamo dei poveri stronzi? Per me rimane una delle profumerie migliori per catalogo prodotti, assistenza, disponibilità, rapidità, tutto quello che volete, ma in questo caso ha sbagliato. Come sbagliano praticamente tutti a non essere chiari già sulla homepage del sito. Devi dirmi chiaro e tondo dove spedisci, come ti organizzi, cosa posso o non posso fare. Non esiste, NON ESISTE, che debba recuperare le informazioni sui tuoi profili social, sulle app o a un passo dal pagamento. NON ESISTE che mi annulli un ordine DOPO (non è il mio caso, ma succede pure questo).

Cari siti, aiutiamoci a vicenda, perché senza clientela non andate da nessuna parte.

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Ricapitolando:

  • Negozi di abbigliamento e intimo come Zalando, OVS, Stradivarius, H&M, Zara, Bershka, Pricy, Calzedonia, Tezenis, Intimissimi, Yamamay e altri, permettono di ordinare e poi chissà, un domani arriverà il pacco. Se ci sono nuove restrizioni, spero che lo scrivano in maniera visibile da qualche parte.
  • Negozi alimentari per spesa online come Esselunga, Coop, Carrefour e altri permettono di ordinare. A patto che il servizio sia valido nella vostra zona, e a patto di trovare posto per la consegna e riuscire a entrare nel sito. Nespresso aveva sospeso le spedizioni nelle zone critiche ma da poco ha ripreso. Da me, però, dal 16 marzo di caffè nemmeno l’ombra. Amazon dà la precedenza, non so con che criterio, ai cosiddetti beni di prima necessità; il resto viene spedito e ricevuto con moltissima calma, ma mi dicono che sono abbastanza celeri.
  • Negozi di accessori e articoli per la casa vari Bijou Brigitte, Pandora, Disney Store, Tigotà ecc, dovrebbero continuare con le attività online senza problemi, corrieri permettendo. Lo stesso vale per librerie come IBS.it ma NON per Hoepli, che al momento ha sospeso le consegne nelle zone più colpite.
  • Diverse bioprofumerie, come la Rosa Canina, hanno recentemente aggiornato le restrizioni per le zone di consegna. Dato che raramente, mi par di capire, rispondono alle mail, spero che rimedino da soli scrivendo bene in homepage o tramite un popup a chi spediscono esattamente e come.
  • Le farmacie come Farmacia33, Efarma, Farmacia Igea, Shop Apotheke e i negozi di ottica e dispositivi di bellezza come Lentico, Lentiamo e Currentbody, dovrebbero procedere regolarmente. Solito discorso.
  • Per il settore beauty abbiamo Clarins, Clinique, Deborah Milano, Ditano, Douglas, Kiehl’s, Kiko, Lancôme, Layla Cosmetics, MAC Cosmetics, Macrolibrarsi (non è solo beauty ma per comodità lo lascio qui – il mio codice da inserire a carrello è 6703), Mulac, Neve Cosmetics, Nyx, Pinalli, Pupa, Sabbioni, Sephora, Smashbox, Urban Decay, Wycon. Di questi, Sephora e Sabbioni hanno sospeso le spedizioni nelle zone rosse, mentre gli altri dovrebbero ricevere ordini come sempre, con tempistiche più lunghe. Per esempio, Nabla riprenderà come molti altri dal 3 aprile. Confermo che Douglas non solo prende ordini, ma fa in modo che arrivino piuttosto in fretta.
  • Discorso a parte per JustEat, Deliveroo e Glovo: se non avete esigenze particolari, salvate questi poveri cristi. Temo siano ancora meno tutelati di altre categorie a rischio.

Tutto ciò che è digitale, ovviamente non riscontra difficoltà. Consiglio:

  • CREATIVE MARKET: per l’acquisto di qualsiasi cosa da pennelli Procreate/Photoshop, a sfondi, a robe vettoriali, a font. C’è un universo di roba.
  • GUMROAD: STRA consigliato per pennelli da usare su Procreate. Tra i miei preferiti, oltre a quelli linkati, ci sono i pennelli di Sandra Winther Art, Marzia Palomba, Bluesssatan, Taozipie, Seamless Team, Haze Long.

 

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