Mulac Kali Collection: tra labbra, divinità e drammi da Instagram
Mulac, con questa collezione, ha vinto il mio premio personalissimo per l’originalità. Non c’è gara. Lo dico proprio io che ormai guardo le uscite makeup con lo stesso entusiasmo con cui uno guarda il meteo della domenica.
Certo, qualcuno l’ha presa male. Molto male. Ma io non credo che l’intento del brand fosse offendere. L’ispirazione è spiegata benissimo nei video ufficiali, sia nella presentazione che nel backstage. Poi, che piaccia o meno, resta soggettivo – come le battute su Sanremo.
Packaging: ottanio sacro e oro pagano
Il packaging è tutto ottanio soft touch con dettagli oro, un mix che non ti aspetti, ma che funziona. Anche perché è tutto complementare: ogni confezione si incastra visivamente con le altre.
Peccato che io non li abbia tutti e quindi non riesca a vedere il disegno completo. È un po’ come avere un puzzle con i pezzi mancanti: suggestivo, ma frustrante.
I rossetti: nomi provocatori e texture familiari
La collezione propone quattro rossetti stick, tre opachi e uno cremoso. Io ne ho presi due: Nipple e Sher.
E niente, lo ammetto, ho riso. Non è colpa mia se ho la maturità emotiva di un’adolescente in gita scolastica.
Se non ti piace la classica profumazione talcata dei rossetti Mulac, ti avviso subito: qui non cambia nulla. Quindi, se il tuo naso è sensibile, lascia perdere.
Le tonalità che ho scelto sono un nude greige e un corallo acceso. Un mix da “o la va o la spacca”.
Consiglio d’amica: appena li ricevi, scaldali un po’. Col freddo si comportano male, si raggrumano e in applicazione si nota. È come spalmarci il burro appena tolto dal frigo: non è mai una buona idea.
La texture? I cremosi Mulac ricordano molto i matte di MAC: morbidi, pigmentati, ma non completamente opachi.
Quindi se ami l’effetto cemento armato, questi non fanno per te.
Le matite: Shakti e Kali Nude sono una sorpresa
Passiamo alle matite labbra: Shakti e Kali Nude. Sono novità assolute, e devo dire che mi hanno stupita. La mina è morbida come un cuore innamorato, ma già temo il momento di temperarle. Prevedo scene di panico in bagno con temperino alla mano.
Il colore è pieno al primo passaggio, cosa rara e preziosa. Non sono secche come le Aqua Lip di MUFE o le Matite Collistar, ma si asciugano in fretta e sembrano reggere bene anche la pausa pranzo. O almeno, una lasagna sì.
Qui vedi Nipple (sopra) e Mahila (sotto), e infine Sher:
Qui Shakti e Kali Nude:
Perdona le labbra, erano emozionate
Sì, lo so, le labbra non erano in gran forma. Ma capiscimi: ero troppo presa dall’entusiasmo per mettermi pure a scrubbare e preparare. La verità è che, davanti ai pacchetti, ho perso lucidità.
Se proprio devo consigliarti un solo prodotto, ti direi Shakti senza pensarci troppo. Ha una tonalità bella, una formula comoda, e il nome suona come un mantra da sfilata.
Le polemiche: un attimo di serietà
Come dicevo anche su Instagram, la collezione ha generato un bel polverone. Il tema dell’appropriazione culturale è scivoloso come un rossetto liquido in pieno agosto.
Io, sinceramente, ho evitato di dire la mia. Non perché non abbia un’idea, ma perché ho visto tanta rabbia e pochissimo dialogo. E rispondere alle offese con altre offese è il modo migliore per non risolvere nulla. Soprattutto quando si parla di temi delicati come religione, cultura, identità.
Quindi ho preferito ascoltare e riflettere. Almeno per ora.