Un-Connected di Mulac: tra realtà virtuale e ombretti realissimi
Come ho già spudoratamente anticipato sul mio canale YouTube (misero ma amato come un gatto scorbutico), oggi non ti beccherai grandi discorsi filosofici. Il periodo non è dei migliori, quindi passo dritta al punto.
Riprendo pian piano a postare, senza pressioni, senza piani editoriali degni di Harvard. E si parte con lei: la “nuova” collezione Mulac Cosmetics, Un-Connected.
Un concept a metà tra Matrix e realtà
Il concept di questa collezione è un trip lisergico tra reale e virtuale, tipo quando apri TikTok alle 2 di notte e ti ritrovi a guardare video di gente che costruisce piscine col fango.
Per farti un’idea chiara e visiva, ecco il video ufficiale:
La palette (stesse dimensioni delle due sorelle precedenti) arriva avvolta in una sleeve decorata con l’opera di Karlexander, che rappresenta perfettamente l’estetica glitchata e sospesa della collezione.
All’interno? 15 pigmenti pressati e 4 nuovi finish in aggiunta a quelli già conosciuti:
Diamond Storm
Butter Powder
Fluffy Fluid
Melt It
Insomma, il nome sembra uscito da un episodio di Sailor Moon, ma la resa è una bomba.
Parliamo chiaro: e Nabla?
Ora, tralasciando le frasi fatte tipo “la qualità Mulac è sempre altissima” (che poi, spoiler: lo è davvero), voglio mettere a confronto questa palette con una ben nota rivale: la Cutie Palette Midnight di Nabla Cosmetics.
Occhio a queste due coppie di ombretti che, come due gemelli separati alla nascita, fanno sospettare un déjà-vu cosmico:
Ecco la mia opinione da detective dell’ombretto:
Interference ha una componente violacea più evidente rispetto a Quiet Storm. Risultato: vince lui, senza neanche bisogno del VAR.
Cybersoul, invece, è più intenso e scrivente—e qui il confronto è serrato, ma possiamo parlare tranquillamente di dupe.
Ti lascio sotto il look che ho realizzato con i colori della Un-Connected, così puoi giudicare da solo:
Vale la pena?
Direi proprio di sì. Soldi spesi bene, ancora una volta, come nel 90% dei casi con Mulac (e nel 10%… beh, nessuno è perfetto).