Carissimi fan della serie, siamo qui riuniti oggi per dissertare di uno dei programmi più noti sulla piattaforma Netflix… che però io non ho mai osato guardare.
Mi dà le vibes di serie adolescenziale basata su Elisa di Rivombrosa, non so se avete presente.
Conoscendo Shonda (non ho ancora finito Grey’s Anatomy ma ci sono vicinissima, che magone) mi aspetto un sacco di inciuci e poco altro. Senza offesa, eh, nel senso… vanno bene anche quelli, ma dipende dal contesto e dalle tematiche e dai dialoghi e così via.
Proverò a dare una chance a Bridgerton, prima o poi. Nel frattempo, concentriamoci sulla collezione appena sfornata da Kiko.
Giuro che non avevo intenzione di fare compere, dico davvero.
Passavo solo per swatchare i prodotti, convinta di prendere un’altra cantonata come l’anno scorso con La Sirenetta (non ho acquistato neanche un pezzo, per principio). Poi sono caduta in un buco nero senza uscita, o meglio, con l’uscita in cassa.
La cosa più inquietante, come sempre negli store Kiko, è stato il comportamento delle commesse di cui magari parlerò in un altro articolo, per farci due risate (non proprio, ma okay).
Non ho acquistato:
- Gloss: molto carini, specialmente il rosso e il viola, ma ce ne sono due fra i 3D Hydra Lip Gloss che mi sembravano identici. (Qui invece i 3D Hydra in edizione limitata)
- Palette occhi: nemmeno provate, mi sembravano carine ma banali, specie per chi come me segue Kiko da secoli.
- Palette viso: ne ho una simile da chissà quale vecchia collezione, non mi ispiravano granché e non le ho proprio toccate.
- Rossetti: preferisco opachi e demi matte a satinati e cremosi-lucidi, specie se i colori sono molto intensi (e un po’ noiosi). Passo.
Purtroppo, mi sono fiondata su tutto il resto.
Cominciamo con gli ombretti in crema: disponibili in 3 referenze colore, io ne ho prese ben 2 perché sono come le gazze ladre davanti alla roba sbrilluccicosa.
Lo 01 – Lady Whistledown’s Whisper è un rosa pallido tendente al beige, mentre lo 03 – Whimsical Wildflower e un bellissimo ciclamino con una punta di viola. Entrambi molto luminosi, impreziosiscono lo sguardo e funzionano molto bene anche da soli. Mi piace stenderli con le dita perché trovo che abbiano una resa migliore e una più grande concentrazione di pigmento, rispetto alla stesura solo con pennello. Si sfumano, ma meglio agire in fretta perché una volta settati, non si spostano più. Effetto bagnato e molto luminoso.
I balsami labbra in collezione (Opulent Aura Lip Balm) hanno scatenato un putiferio perché costano circa 20 euro l’uno. Capisco, ma posso assicurare che sono molto belli, tutti.
Ho iniziato con lo 01 – Lady Lilac, un lilla pastello con base quasi trasparente e un tripudio di glitter prevalentemente freddi, sui toni del rosa e del viola, per poi proseguire con gli altri, che sono in arrivo a breve.
Molto confortevole sulle labbra e molto, molto d’impatto specialmente se abbinato a colori più scuri come un bel malva intenso, un borgogna, ma anche un marrone (freddo, a mio gusto). Ovviamente non ha una durata infinita, è pur sempre un balsamo idratante, ma si riapplica facilmente.
Mi soffermerei un secondo sul packaging azzurro chiaro che caratterizza quasi tutti i pezzi, o comunque tutti quelli più interessanti come, appunto, il balsamo: è una scelta a mio parere azzeccata, anticonformista e particolare, con quelle scritte arzigogolate color oro metallico. Tutto semplice e lineare, ma con quel non so che che cattura l’attenzione. Anche le scatoline contenenti i prodotti sono molto belle, ma sappiamo tutti che le paghiamo per poi buttarle nella carta da riciclare. Un amore breve ma intenso.
L’intruso si chiama Featherington Fancy Eyeshadow Stick che, come dice il nome, è un ombretto in stick color lilla-azzurro con delle micro perlescenze fucsia impercettibili.
Dico intruso perché a differenza di tutti gli altri prodotti della collezione che sono disponibili sia online che in store, lo stick è acquistabile esclusivamente nei negozi. Perché? Boh, per attirare i polli, probabilmente.
Molto carino, colore inusuale anche se in passato c’è stato qualcosa di simile (ma non identico), applicazione semplicissima, stesura omogenea ma se sfumato troppo perde intensità e tende a ingrigire. Ottimo come base per altri colori, lo vedo bene per accompagnare Saffron Flower di Nabla, o come base sotto ai glitter di Mulac.
Chiudiamo le danze con il Ballroom Bling Liquid Eyeliner, pezzo forte dell’intera collezione: un eyeliner liquido, con pennellino in setole molto sottile, dal colore cangiante e multicromatico. Un po’ blu, un po’ azzurro, un po’ viola, dipende da come viene colpito dalla luce.
Essendo colorato e non avendo una base colore molto visibile, direi che è una sorta di eyeliner for dummies, di quelli che se anche non fai una riga precisa, non se ne accorge quasi nessuno.
Mi piace molto applicato da solo per quel tocco di “ora lo vedi, ora non più”, a seconda della luce, ma ancor di più mi piace sovrapposto a un eyeliner nero classico qualsiasi. Lì si intensifica il colore e soprattutto la potenza riflettente di questo prodotto. Perfetto, quindi, sia per look più modesti, da principessina, che per look da regina cattiva (i miei preferiti).
Probabilmente è bellissimo anche usato come ombretto, sempre su base scura, questa volta picchiettato con le dita, o anche come eyeliner grafico. Ce n’è per tutti i gusti, basta avere un po’ di creatività e sperimentare.
In conclusione posso dire che sì, ho speso, ma questa volta sono soddisfatta.
Purtroppo temo, come molti, che Kiko voglia cercare di farsi strada nel mondo luxury e ce lo stia dimostrando con l’inserimento qua e là di queste mini collezioni dedicate. Mi auguro che almeno venga mantenuta la linea permanente più low cost, chiamiamola così, in modo da permettere a tutti di giocare col make up, che non è e non dovrebbe essere una roba solo per ricchi.