Se ti dico che questa palette mi fa venire in mente mele cotte con la cannella, non scappare: non ho preso un colpo di sole. Parliamo della palette Saharan II di Juvia’s Place: ispirata al Marocco, alle spezie, ai tessuti e a quei trucchi ricchi e intensi che sanno di tè alla menta e sabbia bollente, è l’ultima della mia personale trilogia juviana. E sì, chi ha disegnato quelle copertine merita una mostra al Louvre.
Packaging leggero, colori da mille e una notte
Anche stavolta abbiamo un packaging in cartoncino — niente specchio, per carità — ma in compenso una grafica che ti ipnotizza peggio delle spirali nei cartoni. All’interno, 9 cialde grandi quanto un tuo sogno di gloria (ma contenute nel formato), divise tra shimmer che sembrano metallo fuso e matte che fanno il loro mestiere con dignità.
Gli ombretti, uno per uno
I nomi sono evocativi come una guida Lonely Planet:
Marrakesh, Aziza, Chefchaouen: rispettivamente un pesca dorato, un panna iridescente e un verde acqua con riflessi oro.
Hadiya: un bronzo con anima rame.
Nomad: cranberry intenso che riflette calore da ogni poro.
Berber: l’unico che non cambia colore ogni tre secondi, ma ci piace così com’è.
Fez e Taza: marroni opachi caldi, uno più scuro, l’altro più spezie al curry.
Zohra: il borgogna opaco che ogni amante del trucco dovrebbe tatuarsi sulla palpebra.
Swatches sinceri (come sempre)
Come sai, niente primer, luce naturale indiretta, e pelle pulita. Per rendere i matte più visibili ho dovuto insistere un attimo, ma ti assicuro che sono i migliori tra le tre palette Juvia’s che ho. Texture più uniforme, meno fallout, e più voglia di usarli anche alle otto del mattino.
Prezzo piccolo, qualità grande
Su Beautybay costa 23,50 euro, che in un mondo dove la cipria viene venduta a peso d’oro è quasi beneficenza. E con 9 cialde super pigmentate, la differenza di prezzo rispetto alla Magic e alla Masquerade è tangibile, anche nel portafoglio.
Promossa o bocciata?
Promossa. A mani basse. L’unica cosa che forse può lasciarti perplesso è l’assenza dei jolly: manca un nero, manca un panna opaco per le sfumature base, ma sinceramente? A me va bene così. È una palette pensata per dare carattere, non per fare il compitino.
Tienila d’occhio se vuoi un prodotto ben fatto, compatto, e travel friendly per davvero: stavolta entra anche nella borsetta, non solo in valigia.
Fammi sapere se la conosci o se ti incuriosisce. E se vuoi le comparazioni con le altre, arriveranno a parte — uno scroll alla volta.