Odi et Amabile, una poesia di Hela.

 

Scherzo, nessuna poesia, non sono capace.
Volevo solo introdurre il brand sul mio sito, anche se immagino che in moltissimi lo conosciate già, e dire la mia.
Prima di qualsiasi altra cosa, premetto:

  • Non odio nessuno e gradirei non ricevere odio gratuitamente. Il fatto che non sia tenera nell’esprimere i miei pareri strettamente personali non significa che sia in cerca di una rissa, non è assolutamente mia intenzione insultare o offendere le persone.
  • Di Martina invidio, positivamente, le seguenti cose: il rossetto che usa sempre, i soldi, la spensieratezza che sembra avere (dico sembra perché i social sono soltanto uno spaccato di vita, quindi che ne so).
  • Non faccio sviolinate per farmi assumere/pagare/notare, anche perché se ciò che traspare dal team sui social è vero… c’è molta incompatibilità. Sono una persona ottimista, anche troppo, ma mi piace stare per conto mio, non sono così frizzante, non ho voglia di sentire le persone felici h24 e rendo meglio quando il resto del mondo dorme. In ogni caso sono troppo vecchia per loro.

Dopo svariati acquisti posso dire che sì, Amabile mi piace a livello di prodotti, ma ho qualche riserva in merito a tante altre cose.
Procediamo con ordine, analizzando anche alcune delle critiche che sono state poste al brand stesso.

  1. “Gli orecchini sono venduti singolarmente”: è una rottura di palle, lo so, ma lo fanno in molti. Non so se esistano altre spiegazioni in merito, ma mi salta all’occhio che se leggo “23 euro” o leggo “46 euro” sono portata, per qualche inganno del cervello, ad aprire prima la pagina con scritto il prezzo inferiore. Anche se a carrello il prezzo è sempre di 46.
  2. “I gioielli non sono in oro, sono solo placcati, è robetta”: ni. Sicuramente gli stessi pezzi prodotti esclusivamente in oro avrebbero un costo finale ben più alto, ma dubito fortemente che Amabile voglia fare un favore a noi tenendo i prezzi bassi. È più probabile, a mio avviso, che anche i costi di produzione, più annessi e connessi, siano diversi, e diventi una spesa ingente anche per loro. Non parliamo di bigiotteria, ma nemmeno di prodotti di lusso, entrambe categorie di cui il brand non ha mai dichiarato di far parte.
  3. “Eh ma com’è possibile, fatturano MILIONI di euro!”: ciò non implica per forza che riescano a sostenere qualsiasi spesa o spesa extra gli capiti a tiro. Io non ci capisco niente perché sono laureata in lingue, ma qualcosa mi dice che il fatturato sia diverso dall’utile effettivo. Certamente non guadagnano poco, ma non conosco i dettagli. In ogni caso, non è un problema nostro.

Okay ma… chi è Amabile?

La risposta a questa domanda la trovate qui sotto.
Martina, la fondatrice, è Amabile, c’è scritto. Riporto pari pari dal sito:

Ciao a tutte, mi chiamo Martina Strazzer, ho 20 anni e abito in una città dell’ Emilia Romagna.
Durante i primi mesi di Università ho deciso di provare a realizzare il mio sogno fondando questo brand.
Nonostante tutti mi dicessero di concentrarmi sullo studio, che ero troppo giovane e che sarebbe stata una responsabilità impossibile da sostenere per me, ho continuato a disegnare gioielli e a credere nel mio progetto.
Il mio obiettivo è quello di proporvi gioielli che durino per sempre, interamente in argento 925 e oro.
Ho deciso di chiamare il marchio “Amabile” perché, oltre ad essere il mio secondo nome di battesimo, era anche il nome della mia bisnonna, venuta a mancare pochi giorni prima di realizzare il suo grande desiderio di vedermi nascere.

Ho sempre voluto creare qualcosa di mio,
ora che ce l’ho fatta, buono shopping!

E quindi? Mi sembra un po’ così:

A me piacerebbe sapere quali sono i valori di Amabile come azienda, su cosa si basa, a cosa si ispira, che obiettivi ha a parte realizzare il sogno di Martina e introdurre nuove collezioni, e così via.
Che lei sia stata brava, abbia saputo mettere in pratica delle idee e sia riuscita a dare uno smacco ai genitori che non la appoggiavano, me ne importa il giusto.
Esiste anche una sezione FAQ, ma ovviamente si tratta di classiche domande “tecniche” sullo shop online, gli ordini, i resi, e tutto ciò che include la nostra esperienza di acquisto in generale. Insomma, un modello standard che qualsiasi negozio adotta per informare i propri clienti.
Il blog non è aggiornato dal 2022: che lo faccia io, sconosciuta, che scrivo solo recensioni inutili, va bene; che lo facciano loro che hanno un’attività in corso di una certa portata, un po’ meno. Che senso ha? Non poteva essere una risorsa in più per comunicare qualcosa? Serviva solo per aprire lo squarcio nell’internet e morire dopo aver fatto il botto? A me un po’ dispiace. Ricordiamoci che non tutti usano i social per qualsiasi cosa, e che incredibilmente nel 2024 esistono ancora persone che leggono (io). Anche la pagina Facebook è stata abbandonata dopo il successo, a quanto pare. Non so, io non sono capace ma mi hanno sempre detto e suggerito di curare i social sia per farmi conoscere che per mantenere un seguito (in questo caso il seguito ce l’ha più la fondatrice, direi).
Non trovo nemmeno una foto ben visibile del logo di Amabile, eppure hanno in vendita un sacco di prodotti che lo includono.
Vorrei qualcosa di diverso da Martina che spiega il concept dei nuovi prodotti nei video che posta su TikTok e Instagram, e questo mi porta a un’altra questione: Amabile sopravviverebbe se Martina non fosse un personaggio così tanto social? Secondo me, no.

Prima che qualcuno mi azzanni alla giugulare, mi spiego.
Sicuramente il caso Amabile non è isolato, ma se vi chiedessi, per esempio, chi è Pandora, cosa rispondereste? Se chiedessi, per restare in un ambito a me familiare, chi sono Kiko Milano o Sephora, cosa direste?
Sento già le voci: “Ma quelle sono aziende enormi, quella di Amabile è una realtà molto più piccola, troppo facile così”. Non so.
Dati i numeri (e non parlo di soldi, eh) e dato che parliamo di una ditta che vende online, mi aspetto un comportamento più… aziendale. Cos’è che caratterizza Amabile, di preciso? Quando pensate ad Amabile, cosa vi viene in mente? Il volto di Martina o anche altre cose? Davvero, non è una domanda trabocchetto, sono curiosa.
A me è facile che venga in mente solo lei. Forse se mi sforzo penso ai Lovli, ma non sono mai la prima cosa che collego. Non è strano?
Certo, anche il suo team usa TikTok per creare contenuti simpatici o la pagina Instagram (a me sembra molto asettica, troppo perfetta e troppo poco aggiornata) per avvisare dei restock, ma è sufficiente? No, per me no. Sono sicuramente migliorati da questo punto di vista, però non trovo un grande coinvolgimento.

A proposito di coinvolgimento, da cliente mi sono spesso sentita poco calcolata, anche se ammetto che pure in questo caso noto dei miglioramenti.
Mi è capitato più volte di non ricevere risposte rapide a problemi urgenti (parlo anche a nome del mio fidanzato, poraccio), come mi è capitato che non rispondessero a commenti o messaggi privati su IG.
Forse dipendeva dal fatto di avere poco personale rispetto alla mole di persone interessate.
Quanto al servizio clienti, ho apprezzato molto l’informalità delle conversazioni perché mi ha dato l’idea di un brand svecchiato, ma a volte ho avuto la sensazione di non trovarmi di fronte delle persone preparate a dovere. Non so se sia questione d’età o di poca esperienza, ma spero ci siano stati miglioramenti anche in questo ambito.

Legata al servizio clienti, c’è la questione dei resi, che è una cosa a cui presto sempre moltissima attenzione ogni volta che faccio acquisti online.
Ecco, la loro politica di reso è pessima, a mio giudizio.

Se hai ricevuto un articolo difettoso ti preghiamo di contattarci all’indirizzo mail: info@amabilejewels.it (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.30).

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Nel caso in cui fosse necessario il reso dell’articolo ti chiediamo di provvedere alla spedizione ed inviarci alla mail sopra riportata la ricevuta di pagamento per poterti rimborsare le spese di spedizione.

In pratica c’è il classico modulo da compilare, a meno che non vi vengano date istruzioni diverse, e la spedizione ve la organizzate voi, che sia in posta o con corriere poco importa. Confermo che i soldi della spedizione vi verranno rimborsati, basta inviare la ricevuta di pagamento.
Se capita di ricevere un prodotto difettoso o del colore sbagliato, la procedura rimane la stessa, salvo dover inserire nel pacco una nota con i dettagli che vi chiederanno via mail.
Insomma, scordatevi quei resi in cui impacchettate tutto, compilate un form online, smollate il pacco a un punto di ritiro qualsiasi e via. Non funziona così.
Probabilmente dipenderà dagli accordi che hanno con i corrieri, come pure per le spedizioni, ma mi auguro che a breve le cose si modifichino.

Quanto alla spedizione, visto che l’ho nominata, se inizialmente ha avuto degli intoppi grazie ai corrieri GLS che fanno sempre come gli pare (almeno nelle città in cui ci ho avuto a che fare), adesso sono rapidissime. Nel mio caso spediscono e mi arriva tutto il giorno dopo, roba che nemmeno Amazon Prime fa più (alla faccia dei rincari annuali). Unica pecca: la soglia per la spedizione gratuita è di 100€, altrimenti vi costa 6,90€. Vabbè, c’è di peggio.

Tornando ai prodotti, non li trovo estremamente nuovi sul mercato, ma non posso dire che non siano validi. Certamente Martina sa vendere, su questo non ci piove, e questo aiuta, ma da qui a dire che i prodotti di Amabile non valgono niente ce ne passa.
Come ho già detto all’inizio, non aspettatevi diamanti e oro 24K, ma nemmeno le cinesate che sento spesso nominare. Non so, un giorno provo a comprarne una per vedere se sono effettivamente dei dupe a costo meno elevato, fatemi sapere.

Potrei continuare e discutere per esempio delle strategie di marketing che attuano, delle campagne benefiche che hanno indetto, ma già siamo andati lunghi. Magari nei prossimi articoli.

In conclusione: promossi, rimandati a settembre.

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