I Charmi sono, in parole povere, i figli legittimi dei Lovli. Non serve l’esame del DNA: basta il nome, basta guardarli. Sì, anche loro pendono, anche loro brillano, ma con qualche twist in più che li distingue dai genitori.

Numero uno: gli zirconi. I Lovli ne hanno uno, minimalisti. I Charmi invece decidono di strafare: uno davanti, tre dietro, a cascata, agganciati alla bacchetta. Un effetto “scintilla mobile” che segue ogni movimento della testa. O delle emozioni, se vuoi farla poetica.

Numero due: la chiusura. E qui parte l’applauso. Finalmente una doppia opzione: li puoi indossare come punto luce oppure con la catena di zirconi. Inclusi entrambi i tipi di farfalla. Non serve scegliere tra discrezione e drama. Si può avere tutto. O almeno sembrare organizzate abbastanza da averlo.

Numero tre (bonus): il prezzo. Sì, lievemente più alto. Ma dai, te l’aspettavi: quattro zirconi invece di uno, chiusura doppia… Non crederai mica che brillino solo per generosità?

Disponibili sia in argento che in argento placcato oro, proprio come i Lovli, al momento nella mia collezione ci sono solo le versioni argentate. Solo si fa per dire, visto che esistono anche in varianti colorate — e le sto monitorando come un avvoltoio in cerca di cibo.

Della collezione AstroLovli possiedo i Charmi blu, mentre il Calendario dell’Avvento 2023 mi ha portato quelli rosa. Entrambi sfumano da un punto luce scuro (blu notte o malva) a un gradiente più chiaro e glaciale.
Avevo letto che fossero più piccoli rispetto ai Charmi standard — per risultare meno pesanti se indossati in serie — ma così, a occhio, sembrano identici. Avranno cambiato la produzione? O sono io che ho frainteso? Mistero.
Ho pure chiesto su Instagram. Ghostata subito.

Li ho indossati tantissimo e posso dire, senza troppa ironia, che funzionano. Anche se hai i lobi nudi (non come me), con questi sembri comunque pronta per una cerimonia elfica. Riempiono, sì, ma senza cadere nel kitsch. Brillano con grazia. Contraddizione? Forse. Fatto? Assolutamente.

Sono facili da abbinare ad altri gioielli e grazie alla chiusura doppia si può giocare: punto luce un giorno, cascata il giorno dopo. A sorpresa, stanno molto bene anche sugli helix. La farfalla di chiusura, poi, è piccola. Non è la mia preferita (sogno un flat chiuso da una vita), ma ci si accontenta.

Essendo chiusi, hanno un vantaggio rispetto ai Lovli: meno rischio di cadute disastrose e conseguenti smarrimenti.

L’unico vero difetto è lo stesso che riguarda tutto il catalogo: con il tempo l’argento ossida e scurisce. Colpa del materiale, non del brand.
Io risolvo con Argentil o prodotti simili che puliscono benissimo senza mangiarsi la placcatura. Anche Pandora, ad esempio, ha un kit per la pulizia dei gioielli.

E se non li indossi, il consiglio è semplice: bustina o scatolina chiusa. Io preferisco la scatolina, così li sistemo senza ritrovarmeli in disordine a intrecciarsi fra loro.

Ora, la vera domanda: i Charmi sono davvero così innovativi? No, non direi.
Non prendiamoci in giro, nel 2024 è più facile trovare un unicorno a pois che un design mai visto e va bene così.

Quello che mi fa sempre un po’ sorridere è il culto dell’originalità a tutti i costi, come se il valore di un oggetto dipendesse solo da quanto è “inedito”.

I “miei” Charmi 100% oro

A conferma di ciò, questi orecchini in oro e diamanti che possiede mia madre (e che, ovviamente, non mi presta) sono lì a dire: “Oh, c’eravamo prima noi!”.
Non sono identici ai Charmi, ma gli assomigliano abbastanza da alzare il sopracciglio. Manca uno zircone, manca la bacchetta finale, le pietre sono incastonate in modo diverso… però l’ispirazione c’è, volenti o nolenti.

Se li rifanno? Voglio la mia percentuale.

Nel frattempo, ti lascio con la solita demo visiva: gli orecchini indossati su un orecchio finto ma verosimile, con la stessa disposizione dei miei piercing.